Tyagi (UTI International): In India aumenta il potere di acquisto ed evolvono le abitudini di consumo
09 August, 2023
Nelle scorse settimane il Fondo monetario internazionale ha diffuso le ultime previsioni di crescita per l’India e si stima che il PIL dovrebbe salire del 5,9% nel 2023 e del 6,3% nel 2024.
“Queste stime non sono una novità, il PIL reale del Paese è cresciuto in media del 6,5% annuo negli ultimi 15 anni e continuerà a essere tra le grandi economie che crescerà più rapidamente nel prossimo decennio, secondo molteplici previsioni”, spiega Ajay Tyagi, gestore dell’UTI India Dynamic Equity EUR Institutional.
Questi dati sono noti agli investitori diretti stranieri che hanno versato centinaia di miliardi nel Paese negli ultimi anni, espandendo la loro attività a un mercato composto da 1,4 miliardi di persone (Apple ha aperto il suo primo negozio nel Paese lo scorso aprile) o approfittando degli incentivi forniti dal governo per produrre i loro prodotti, molti di loro allontanandosi dalla Cina. “I mercati dei capitali, tuttavia, sono stati influenzati negativamente negli ultimi due anni dall’aumento globale dei tassi d’interesse e dalle valutazioni elevate in India, che hanno indotto gli investitori indiretti stranieri a guardare maggiormente al reddito fisso o ad altri mercati emergenti (più economici)”, dice il gestore di questo fondo con Rating FundsPeople 2023. Tuttavia, con tassi che sembrano essere vicini al picco, stime di crescita degli utili delle aziende indiane ancora superiori al 20%, e un dollaro che sembra indebolirsi quest’anno, l’India sta riapparendo nel radar degli investitori internazionali.
Le crescenti opportunità
Uno dei principali risultati dell’espansione economica che si citava prima, secondo Tyagi, sarà certamente l’aumento del potere d’acquisto degli indiani e l’evoluzione delle loro abitudini di consumo. Oggi, il PIL pro capite in India è di circa 2.500 dollari (cioè un quinto di quello cinese e un terzo di quello brasiliano), ma è previsto che raggiunga quota 15.000 dollari entro il 2047 (7,5% CAGR) alimentando una fase di forte crescita dei consumi. “Con il tempo, gli indiani compreranno più condizionatori, andranno a mangiare fuori più spesso, accenderanno più mutui. Quindi, le aziende con il più alto potenziale di crescita non sono solo le aziende tecnologiche con modelli di business complessi, ma anche i produttori di elettrodomestici, le catene di ristoranti e le banche”, commenta. Secondo l’esperto, queste aziende stanno vedendo le loro vendite aumentare di oltre il 15% anno su anno. Eppure, tra tutte queste interessanti opportunità, bisogna stare attenti alla qualità. “, ed è qui che la nostra strategia si distingue dal fondo azionario indiano medio.
“Il nostro portafoglio è composto dalle 50-60 società quotate indiane più solide, con zero debito o addirittura extra cash, e una comprovata capacità di generare alti ritorni sul capitale e free cash flow attraverso diversi cicli di mercato”, sottolinea l’esperto. Identificare queste società non è facile, soprattutto nello spazio small e mid cap (ottimi per la creazione di alfa), “ma contiamo su un team di investimenti equity di 20 professionisti, tutti basati a Mumbai e che analizzano ogni giorno esclusivamente il mercato indiano. Questo, insieme a 60 anni di esperienza sul campo, è ciò che offre un vantaggio ai nostri investitori”, ammette.
Processo di investimento
Guardando più nel dettaglio, il fondo cerca di sfruttare le opportunità di investimento derivanti dal boom dei consumi che sta avendo luogo in India e che durerà per oltre dieci anni. “Sebbene il fondo non abbia una visione macroeconomica top-down, la strategia d’investimento mira a beneficiarsi di questa opportunità attraverso l’esposizione in tutti i settori che dovrebbero catturare gran parte di questa parte dei consumi futuri“, dice. Inoltre, il processo di selezione dei titoli si concentra rigorosamente sull’analisi fondamentale bottom-up, selezionando le società di alta qualità e con le più forti prospettive di crescita di lungo termine prevedibili.
“Questo approccio ci porta a investire maggiormente in segmenti in cui le aziende tendono a manifestare in maniera più evidente le caratteristiche desiderate, come quello bancario e finanziario, nonché i beni e i servizi di consumo. Circa il 50% del nostro portafoglio è focalizzato su queste attività”, ricorda. Inoltre, è bene ricordare che le banche in India sono agli inizi, a differenza del mondo sviluppato occidentale, dove questo settore è già molto maturo. “Vediamo anche il settore IT (15% del portafoglio) con molto interesse dato il lungo track record di esecuzione efficiente e capacità di evolvere in linea con le ultime tendenze tecnologiche delle società indiane”, spiega.
All’altra estremità dello spettro, non hanno alcuna esposizione nei metalli e nell’oil&gas, dove le aziende sono più cicliche e fortemente indebitate con scarsa efficienza del capitale e flussi di cassa bassi. “Nel mezzo ci sono settori come auto o sanità (che pesano circa il 20% insieme) i quali hanno un fantastico percorso di crescita davanti a sé visto che gli indiani stanno iniziando a comprarsi la loro prima moto o auto (solo il 7,5% delle famiglie indiane possiede un’auto per ora), o stanno aumentando le loro visite dal dottore e sottoponendosi a cure mediche più avanzate”, prosegue.
Update del fondo
La strategia (oggi pari a ~ 4,2 miliardi di dollari) è stata lanciata nel 2011 e né la filosofia di investimento né il processo di selezione dei titoli sono cambiati, in nessun periodo di tempo. “Allo stesso tempo, ho il piacere di esserne sempre stato a capo sin dall’inizio. La composizione del portafoglio è certamente cambiata nel frattempo, ma l’orientamento settoriale è rimasto stabile“, dice Tyagi. Il turn over ratio è relativamente basso, di solito tra il 12% e il 15%, quindi ci si può aspettare un paio di entrate e uscite ogni anno. “Il motivo per cui la strategia non è cambiata è perché l’India sta ancora crescendo molto rapidamente con alcune imprese di alta qualità che guidano questa crescita, principalmente grazie al consumo interno del Paese, e non prevediamo un cambiamento in questo comportamento nel futuro prossimo”, conclude.
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